Isaia – capitolo 12

[1] Tu dirai in quel giorno: «Ti lodo, Signore; tu eri in collera con me, ma la tua collera si è placata e tu mi hai consolato. [2] Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza». [3] Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. [4] In quel giorno direte:«Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. [5] Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. [6] Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele».

Isaia – capitolo 13

[1] Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da Isaia, figlio di Amoz. [2] Su un monte brullo issate un segnale, alzate per loro un grido; fate cenni con la mano perché varchino le porte dei nobili. [3] Io ho dato un ordine ai miei consacrati; ho chiamato anche i miei prodi a strumento del mio sdegno, entusiasti della mia grandezza. [4] Frastuono di folla sui monti, simile a quello di un popolo immenso. Frastuono fragoroso di regni, di nazioni radunate. Il Signore degli eserciti passa in rassegna un esercito di guerra. [5] Vengono da una terra lontana, dall’estremo orizzonte,il Signore e le armi della sua collera, per devastare tutta la terra. [6] Urlate, perché è vicino il giorno del Signore; esso viene come una devastazione da parte dell’Onnipotente. [7] Perciò tutte le mani sono fiacche, ogni cuore d’uomo viene meno. [8] Sono costernati. Spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una partoriente. Ognuno osserva sgomento il suo vicino: i loro volti sono volti di fiamma. [9] Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminarne i peccatori. [10] Poiché le stelle del cielo e le loro costellazioni non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce. [11] Io punirò nel mondo la malvagità e negli empi la loro iniquità. Farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l’orgoglio dei tiranni. [12] Renderò l’uomo più raro dell’oro fino e i mortali più rari dell’oro di Ofir. [13] Allora farò tremare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del Signore degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente. [14] Allora avverrà come a una gazzella impaurita e come a un gregge che nessuno raduna: ognuno si dirigerà verso il suo popolo, ognuno correrà verso la sua terra. [15] Quanti saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi, periranno di spada. [16] I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, violentate le loro mogli. [17] Ecco, io suscito contro di loro i Medi, che non pensano all’argento né si curano dell’oro. [18] Con i loro archi abbatteranno i giovani, non avranno pietà del frutto del ventre, i loro occhi non avranno pietà dei bambini. [19] Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà sconvolta da Dio come Sodoma e Gomorra. [20] Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in generazione. L’Arabo non vi pianterà la sua tenda né i pastori vi faranno sostare le greggi. [21] Ma vi si stabiliranno le bestie selvatiche, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi danzeranno i satiri. [22] Urleranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati.

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